Nascita Nei primi anno del nuovo millennio la Suzuki, che già produceva il Burgman 400, iniziò a pensare come riprendersi il titolo di produttore dello “scooter più potente del mondo” che gli era stato tolto dalla Yamaha con il suo maxiscooter sportivo T-Max 500. Ma non si fermò qui: la Suzuki voleva che il suo nuovo Burgman fosse dotato di soluzioni all’avanguardia che nessuno avesse mai utilizzato fino a quel momento. Inoltre voleva realizzare uno scooter che fosse anche utilizzabile per il turismo, sdoganandolo dal classico utilizzo per gli spostamenti cittadini. Nacque così il Burgman 650: un maxiscooter potente, veloce, comodo e con quelle soluzioni avveniristiche che ancora lo contraddistinguono. Infatti, a differenza della totalità degli scooter allora ed adesso in circolazione, gli ingegneri della Suzuki dotarono il B650 di un cambio sequenziale servoassistito e da una vera frizione a dischi invece che le classiche frizioni centrifughe con variatore a massette. Il variatore, che prende il nome di Se-CVT, è infatti comandato elettronicamente da una centralina, assistita da una miriade di sensori (ben 16) sparsi tra motore e trasmissione. Ma non è finita qui. Proprio l’adozione di tale variatore, permise, primo fra tutti gli scooter, di avere una doppia modalità di gestione dei rapporti: la normale gestione automatica di variazione continua e la gestione manuale a 5 rapporti fissi comandabili tramite una comoda pulsantiera posta sul blocchetto sinistro del volante. Una sorta di cambio automatico senza l’assillo della frizione. Non paghi, vollero aggiungere una chicca: la funzione “Power” che utilizzabile in modalità “Auto”, permette di variare alcuni parametri della centralina per avere un maggiore spunto in accelerazione. Altra novità introdotta sul B650 è quella di aver abbandonato la posizione alta degli specchietti retrovisori, montandoli invece davanti alle manopole del manubrio come già visto su moto più blasonate. Anche il cruscotto ha un’aria molto tecnologica: completamente digitale, inserisce per la prima volta anche il contagiri, generalmente inutile su mezzi con il cambio automatico. Evoluzione Dal primo modello uscito in commercio ad ora, il Burgman 650 non ha avuto stravolgimenti estetici come gli altri scooter della Suzuki o di altre marche: capire che modello sia semplicemente dandogli un’occhiata è un esercizio che solo chi conosce veramente il B650 ci riesce. Infatti, esteticamente è rimasto pressoché uguale e solo qualche piccolo dettaglio tradisce la versione o il modello. Facciamo chiarezza su versioni e modelli. Il primo modello di B650 uscì nel 2003 con il nome in codice di “AN650-K3” (forse esiste anche un K2… ma non è mai arrivato in Italia). Come per tutti i modelli della Suzuki, anche il B650 viene contraddistinto dal suffisso che indica l’anno di produzione: K3 infatti sta ad indicare il terzo anno (3) del millesimo 2000 (K). Il K3 era venduto in un’unica versione. Nel 2004 esce il K4 che fu venduto in due versioni: “Base” (AN650-K4) ed “Executive” (AN650A-K4). La versione Executive venne arricchita aggiungendo l’ABS e la chiusura elettrica degli specchietti. Il 2005 vede (almeno in Italia) sparire la versione “Base” e il K5 (AN650A-K5) arricchirsi di parabrezza regolabile elettricamente e di un ulteriore rapporto del cambio sequenziale, denominato OverDrive, portando così i rapporti da 5 a 6. Altre migliorie di minore entità vengono introdotte, come per esempio, il termometro ambiente sul cruscotto, alternabile all’orologio. Il modello 2006 (AN650A-K6) rimane inalterato. L’unico cambiamento, apportato per rimanere agganciati alle normative europee antinquinamento, è il motore omologato Euro3 anziché Euro2. Anche il modello 2007 (AN650A-K7) non ha subìto variazioni degne di nota. Il 2008 vede l’uscita del nuovo modello, denominato AN650A-K8, con due novità che aumentano ancora di più il divario tra questo maxiscooter e i suoi principali antagonisti. Vengono infatti fornite di serie: manopole e sella riscaldate elettricamente. Con queste due perle, il comfort già alto arriva a vette ancora ineguagliate. A parte il diverso comando per le manopole riscaldate e un diverso braccio oscillante del posteriore, anche il modello 2009 (AN650A-K9) è rimasto invariato rispetto al precedente, cosi come invariato lo è anche l’ultimo modello: il L0 (primo modello del millesimo 2010). In realtà, questo modello sarebbe dovuto uscire con degli aggiornamenti importanti come l’introduzione della 7ª marcia e di un cruscotto digitale completamente ridisegnato ma, forse per colpa della crisi mondiale, è stato tutto rimandato. Pare che neanche il modello L1, di prossima uscita, ne sia provvisto. In realtà, ci sono anche molte altre variazioni introdotte nel tempo, ma si tratta di variazioni fatte sul motore o sui vari impianti, invisibili dall’esterno oppure di talmente piccola entità che è difficile notarle. Inoltre alcuni elementi sono facilmente aggiornabili come ad esempio la colorazione delle frecce che dal K5 divenne bianca o il “baffo” del parabrezza, ma dato che la loro sostituzione è facile non è difficile vedere K3 e K4 con le gemme bianche anziché arancioni o il baffo del parabrezza elettrico anziché quello fisso. Anche la colorazione della carrozzeria, all’inizio, poteva indicare il modello. Fino al K5 infatti, i 3 modelli vennero venduti con colorazioni sempre differenti tra loro: se i K3 erano riconoscibili per la colorazione Blu o Bicolore, un B650 Nero era sicuramente un K5. Ora, con ben 8 modelli all’attivo, alcuni colori sono stati riproposti e quindi per identificare un modello, bisogna ricorrere ad altro. Il meglio di una moto e il meglio di uno scooter. Spesso e volentieri, i motociclisti storcono il naso pensando ad uno scooter. Ed in effetti molte volte hanno ragione. Gli scooter hanno molti pregi, ma sicuramente non sono “moto”: motore basculante, gomme non proprio all’altezza della situazione, ciclistica mediocre e motori poco brillanti fanno pendere l’ago della bilancia di un ipotetico acquisto a favore della moto. Il Burgman 650 no. Il motore è anteriore bloccato nel telaio, le gomme sono da “vera” moto (anche se di diametro inferiore), il telaio è rigido e le forcelle anteriori sono del tipo “a doppia piastra” come la stragrande maggioranza delle moto e il motore poi, con i suoi 55CV di potenza, garantisce al B650 un’andatura (quando si vuole) tutt’altro che turistica. 55CV… possono sembrare pochi, ma se ci pensate, ci sono un sacco di automobili che hanno appena 65/70CV. Il B650 non ha velleità sportive, la sua giungla è l’autostrada o le strade statali extraurbane. Andate a velocità codice: vi porterà in capo al mondo senza battere ciglio. Che dire poi della comodità. Come tutti gli scooter che si rispettino anche il B650 ha un capace sottosella dove poter riporre il casco. Ma il B650 vuole esagerare. Sotto la sella esiste un ampio vano di carico che vi permette di caricarci di tutto. Un vero e proprio bagagliaio. Coloro che utilizzano anche il classico bauletto posteriore, si ritrovano con anche 100 L di capienza a disposizione. Mica male se si deve affrontare un viaggio e magari si è anche in due. La protezione non manca: un ampio scudo e il parabrezza riparano il pilota da freddo e pioggia. Anche il passeggero viaggia comodo: ampia seduta, comodo poggia schiena e larghe pedane poggiapiedi non mancano. Se pensate poi ai nuovi modelli che aggiungono anche la sella riscaldata, beh… se non è proprio come andare in auto, poco ci manca. Tutto ciò permette di affrontare medie chilometriche giornaliere di 4/500 km senza stancarsi. Un po’ di dati Non voglio riportare qui tutti i dati delle tabelle che è possibile trovare sul sito della Suzuki. Mi accontento di riportare solo quelli essenziali. Innanzitutto la potenza. Come già detto, il B650 ha ben 55CV di potenza che attualmente ne fanno uno degli scooter più potenti al mondo. Con simile potenza anche la velocità non può essere che esuberante. Ma il B650 non è fatto per correre. Il B650 è fatto per macinare chilometri senza per questo rinunciare ad un’ottima ripresa ed elasticità di marcia. Se poi, qualcuno vuole provare l’ebbrezza di una “tirata”, beh… il B650 non lo deluderà. E del peso, cosa vogliamo dire? Si… con i suoi 270 Kg in ordine di marcia, non è certo un fuscello e non pochi ne sono spaventati, ma basta fare anche pochi km/h e di colpo il peso sparisce. Dove va a finire? Mistero. Pure le dimensioni possono spaventare. Colpa anche degli specchi/freccia che ingigantiscono la larghezza. Ma richiudendoli, il B650 passa agevolmente dove passano gli altri maxiscooter. Ho già accennato alle gomme: al posteriore viene montata una gomma di ben 165 mm di larghezza che garantisce una tenuta di strada sicura anche in condizioni critiche. Due freni a disco anteriori e uno posteriore, entrambi dotati di ABS, contribuiscono ad aumentare la sicurezza, garantendo frenate senza batticuore. Se proprio vogliamo trovare un difetto, questi potrebbe essere la scarsa capienza del serbatoio: 15 L che, di media, permettono al B650 di percorrere 250/280 Km. Possono sembrare pochi per un mezzo che si propone come un “tourer”, ma francamente fare una sosta ogni 2 ore per rifornire torna utile anche al pilota per riposarsi e prendersi un buon caffé. Per contro il consumo dichiarato è ottimo, considerando la sua mole e il suo motore. Conclusione Il Burgman 650 non sarà certo privo di difetti, per carità, ma attualmente è uno dei mezzi a 2 ruote più affidabili sul mercato, a patto che venga trattato con la dovuta referenza. Veloce quando si vuole, comodo anche per due, instancabile nei viaggi e utile per gli spostamenti cittadini ma soprattutto sicuro, il B650 è una valida alternativa all’automobile. Di questi tempi, con il traffico sempre più pesante e il costo dei carburanti sempre più alto, non è cosa da poco. E per finire è anche bello… Il burgman 650 executive Scooter, maxiscooter, iperscooter, moto automatiche, in poco più di di sette anni il mondo dello scooter ha fatto un balzo tecnologico maggiore che nei precedenti 50 anni e il Burgman 650 Executive si può certo definire il prodotto più evoluto attualmente disponibile sul mercato. Non ce ne vogliano le altre Aziende, ma il livello tecnologico e prestazionale, nel suo complesso, è davvero notevole e volendo ripescare il tanto abusato discorso sulla moto automatica, ci sembra ne rappresenti una delle interpretazioni più riuscite. Suzuki Burgman 650 Executive è uno scooter rivisto in chiave moderna, con il comodo cambio automatico di tipo CVT, che incrementa il comfort della guida della moto, ma che può diventare all’occorrenza manuale per divertirsi nelle curve. Il Cambio CVT. Un bottone sul manubrio consente di selezionare il tipo di programma desiderato: il manuale, e l’automatico, nelle due versioni Normal e Power. Ovviamente, nel normal, automatico, la resa è massima nei bassi regimi, con i rapporti del cambio piuttosto lunghi, soluzione che consente un ottimo risparmio di carburante. Inserendo il programma Power, i rapporti sono più corti, i regimi salgono ed il risultato è una moto più pronta alle sollecitazioni sportive del guidatore. Quando si imposta invece il cambio in modalità normale, i rapporti sono 5, e vengono selezionatori mediante i tasti Up e Down, posti sul manubrio, ed il cui rapporto viene riportato visivamente sul display del cruscotto. Il Motore. [b]Il motore si allinea alle caratteristiche di grande tecnologia che pervade l’intera moto. L’unita è a due cilindri fronte marcia con una cilindrata di 638 cc, con una alimentazione ad iniezione elettronica. La testata dispone di quattro valvole per cilindro. La Suzuki 650 Burgman è in linea con le normative antinquinamento Euro3. Il propulsore è decisamente potente e prestante, con i suoi 55 cavalli raggiungibili a 7.000 giri, con una coppia massima di 62 Nm a 5.000 giri. Un motore dunque che non ha nulla da invidiare a quello di una moto. Ciclistica e telaio. Il telaio tubolare della 650 Executive con il suo forcellone di alluminio, consente al motore di assumere una posizione leggermente avanzata, con l’intento di avere una ripartizione dei pesi che premi la stabilità e l’agilità. L’interesse è di 1.595 mm, il raggio di sterzo è di 2,7 metri, con un’escursione all’anteriore (da 15 pollici), di 105 mm, mentre al posteriore (da 14 pollici), è da 100 mm. Prova su strada. La Suzuki Burgman 650 Executive può fregiarsi del titolo di scooterone (o maxi scooter) più potente e massiccio attualmente sul mercato. Le dimensioni stesse sono maggiorate, anche se in marcia questo ingombro si sente poco, grazie alla sella posta in basso ed il manubrio, viceversa, alto. La comodità quindi di uno scooter con le prestazioni di una moto. Pesa 238 kg, ma questa corposità si manifesta solo negli spostamenti da fermo, mentre in viaggio gli spostamenti sono agili. Sicuramente migliore la stabilità, davvero di categoria superiore. Il cambio CVT consente al pilota di sfruttare al meglio un motore che rende al meglio tra i 3000 e gli 8500 giri. Ovviamente, come abbiamo detto, la funzione Power è quella che regala le maggiori prestazioni. Divertente anche il cambio manuale, che consente di rivivere sensazioni mai sopite. La sella del Suzuki Burgman 650 Executive è molto ampia e comoda, sia per il guidatore che per il passeggero, grazie anche alla suddivisione su due livelli e ai due schienalini. Il vano sotto sella ha una capacità di ben 56 litri e ospita tranquillamente due caschi integrali. La sella inoltre è riscaldata, con l’opzione di scegliere se scaldare la zona guidatore, passeggero o entrambe, funzionalità molto comoda d’inverno unitamente alle manopole anch’esse riscaldate. Caratteristiche che verranno apprezzate in caso di lunghi viaggio nei mesi più rigidi.Piccola chicca, la presa di corrente DC adatta ad attaccare piccoli elettrodomestici, quali il caricabatterie per il cellulare. Un altro particolare che ci ricorda di essere sul Burgman 650 Executive lo troviamo negli specchietti retrovisori che sono ripiegabili elettricamente. Ottimo il comportamento in frenata, con il sistema ABS che garantisce sicurezza in tutte le condizioni di guida. La gamma cromatica è composta da tre colori: grigio, bianco e nero. Concludendo. Concludendo la prova del Suzuki Burgman 650 Executive è senza dubbio andata a buon fine, con uno scooter comodo e potente, dove tutto è assemblato nel migliore dei modi. Da apprezzare anche la semplicità e la chiarezza della strumentazione. Il prezzo di vendita è di 9.400 euro. Elevato, sì, ma non sproporzionato al valore del mezzo.